6. Monteleone di Fermo: natura e paesaggio6.

Colline che scendono verso il mare e si inaspriscono fino a divenire montagne, intervallate da piccoli fiumi paralleli che hanno fatto nascere piccole pianure tra una valle e l’altra. Questo è l’aspetto tipico del territorio marchigiano e Monteleone di Fermo ne offre un pregevole esempio grazie al suo panorama che offre una vista mirabile dai monti al mare.
È un paesaggio che è molto cambiato nel tempo: i grandi boschi e paludi dell’epoca preistorica hanno cullato la civiltà dei Piceni e poi accolto i romani che hanno modificato il paesaggio grazie alle pratiche agricole. Nell’Alto Medioevo si assiste ad un rimboschimento delle colline a causa delle invasioni barbariche che fanno scappare gli abitanti dalle valli per raggrupparli sulle sommità delle colline dove nascono villaggi sempre più grandi fino a divenire comuni cinti da mura. Così, quasi ogni collina ha una sua fortificazione, non sempre in buoni rapporti con quella vicina.
Nei periodi di pace riprendono le pratiche agricole più consistenti che fanno di nuovo indietreggiare i boschi: in momenti di crescita demografica servono terre da coltivare, quando la popolazione diminuisce a causa di guerre e pestilenze, i terreni vengono abbandonati. In questo continuo mutamento influiscono anche le condizioni metereologiche dalle grandi siccità a periodi di freddo intenso che dimezzano i raccolti e quindi la capacità di sfamare le genti.
Nel corso del Novecento la meccanizzazione dell’agricoltura ha profondamente cambiato il paesaggio facendo perdere buona parte dei ricchi boschi del passato, per far posto a campi coltivati e ad una maggiore resa delle messi. La moderna agricoltura ha, inoltre, fatto scomparire specie vegetali autoctone e ne ha portate altre nuove che ben si sono integrate nell’ambiente. Quello che oggi presenta è un ambiente naturale ricco e variegato che da Monteleone è facile osservare e comprendere grazie alla sua posizione privilegiata.
Monteleone è un piccolo e suggestivo paese di origine medievale, ben restaurato e molto accogliente con viste a perdita d’occhio sulle valli. Un paesaggio frammisto di campagna, coltivazioni di grande pregio con vigneti ed ulivi che si alternano agli spettacolari calanchi bianchi, frutto dell’erosione dell’acqua sulla terra argillosa, che danno un tocco selvaggio e monumentale ad un territorio ben curato e rispettoso della convivenza tra uomo e natura.
L’acqua è anche la protagonista dei Vulcanelli di fango di Monteleone, piccole eruzioni di gas, come metano e anidride carbonica, di origine vulcanica che generano un fango melmoso che mette delle piccole bolle. Nonostante questo particolare fango sia anche formato da gas, non è affatto un pericolo per la salute, ma al contrario, potrebbe essere alquanto benefico e terapeutico secondo i risultati degli ultimi studi scientifici.
Grazie a queste bellezze e particolarità naturalistiche è nato un piacevole e ameno parco con diversi percorsi campestri pedonali e ciclabili aperti grazie al progetto “Segni dell’Acqua”. Curate vie di passeggio che si snodano tra la campagna, le colline, le radure e i boschetti attraversando anche la zona dei vulcanelli. Per questo turismo verde sostenibile sono stati attivati anche un ostello per la gioventù e un centro di educazione ambientale, ma il progetto, visto il successo ottenuto, continua a crescere ed ampliare l’offerta naturalistica e turistica sempre nel pieno rispetto del paesaggio.